La straordinaria forza simbolica della MARCIA DEI PFIORI | Fotografie e documenti del 14 maggio 2017 | Dalla LETTERA AL SINDACO alle parole di BEPI DE MARZI nel #BASTAPFAS DAY

alberto_massignan_07 copiaSi è conclusa magnificamente la prova di civiltà messa in atto con la MARCIA DEI PFIORI 2017, una marcia che grazie alla sua forza fisica, creativa, civile, ha assunto una straordinaria forza simbolica di cui non si potrà non tenere conto in futuro. Già il giorno successivo è arrivata all’interno del Consiglio Regionale del Veneto durante il quale si è deliberato all’unanimità l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui Pfas. Le foto parlano da sole. Alleghiamo sotto gallerie e alcuni dei documenti più importanti. 

Segue in calce alla prima Galleria il breve resoconto di Alberto Peruffo su FB, la lettera al Sindaco di Trissino scritta dal medico ISDE Claudio Lupo, trissinese, le parole consegnate per la Marcia del maestro Bepi De Marzi (la sua canta L’aqua zè morta è diventato l’inno della Marcia e ha ispirato alcuni fotomontaggi che riportiamo sotto), il video e la prima impressione del giornalista d’inchiesta Marco Milioni, il servizio andato in onda sul TGR a cura di Matteo Mohorovicich. E altri fotomontaggi. Infine la Galleria di Giovanni Fazio e amici pubblicata il 23 maggio.

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Gallerie fotografiche di Alessandro Colombara, Alberto Massignan, Marta Covolato, Navarro Tartini + collage dal web [le Gallerie di ogni autore sono state inserite per facilità di visione in un’unica Galleria random: ogni volta che si apre la pagina, l’ordine cambia. Cliccando sulla prima foto, si accede a tutta la Galleria. Per gli autori vedi intestazione nome file].

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Il post apparso il giorno dopo a firma di Alberto Peruffo.

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UNA MARCIA DI FORZA E DIGNITÀ
15 maggio 2017

La Marcia è andata bene. Non ha importanza in quanti eravamo. Molti. Sicuramente il doppio rispetto all’anno scorso. Il movimento e la consapevolezza stanno crescendo. Credo sia invece più importante dire chi c’era e chi non c’era. Non parlo di chi aveva impegni inderogabili. Parlo di chi aveva impegni leggeri. Chi non c’era ieri possiamo affermare che non sarà la persona da cui possiamo aspettarci il cambiamento di queste terre martoriate dall‘inquinamento e da un falso benessere, espressione di una civiltà che ha esaurito le sue qualità migliori: la partecipazione, la responsabilità, la conoscenza, la solidarietà. Dobbiamo prendere atto soprattutto di chi non c’era, più di chi c’era. Metterlo nel nostro personale libro nero. Sarà utile per la nostra sopravvivenza. La Marcia ha invece dimostrato una forza simbolica enorme, che vale e varrà più di 10 o 100 mila presenze inerti. Più delle adunate di popolo, pensate per distrarre la gente. Più delle assenze e delle gite fuori porta. La forza memorabile – simbolica – dei contenuti emersi durante la Marcia di ieri resterà incontrollabile e spazzerà via l’indifferenza, la superficialità degli inerti. Da quella forza, dalla dignità che essa porta con sé, superiore a tutti gli sguardi e a tutti gli impegni superficiali, da questa forza rigorosa, gentile, creativa, piena di dignità, dobbiamo aspettarci il nuovo futuro. Non da chi non c’era. Solo da chi c’era potrà arrivare un nuovo scatto di civiltà. Perciò, avanti tutta!

// un grazie di cuore a tutti i partecipanti e ai gruppi di lavoro. Esemplari. Nei prossimi giorni dimostreremo quanto scritto sopra pubblicando le gallerie ufficiali e i documenti della Marcia. La foto in allegato è di Navarro Tartini per il Corriere del Veneto e un autoscatto delle Mamme No Pfas. Un giorno di festa – la loro – celebrato in prima linea.

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La Lettera di Claudio Lupo al Sindaco di Trissino.

LETTERA AL SINDACO DI TRISSINO
IN OCCASIONE DELLA MARCIA DEI PFIORI 2017

14 maggio 2017

Gentile Sindaco Davide Faccio,

questi fiori che lasciamo sui gradini che conducono all’interno del suo Comune, sede del primo cittadino responsabile della tutela della popolazione, simboleggiano i nostri figli, i bambini.

Sono la forza del futuro, sono il potenziale di nuove idee, pensieri, energie; sono il simbolo del possibile cambiamento di cui tanto si parla a suon di spot pubblicitari che mostrano un mondo pulito che in realtà non c’è, un mondo giusto che in realtà non c’è, un mondo felice che in realtà non c’è, un mondo in pace che in realtà non c’è, una natura incontaminata che in realtà non c’è.

Sono loro che possono rendere questo mondo, un mondo migliore, diverso da come glielo stiamo consegnando, sofferente, arrabbiato, confuso. Sono loro che possono realizzare quella che per molti di noi è stata una speranza non realizzata e che possono aiutare la natura a continuare ad essere generosa, piuttosto che assistere impotenti non alla sua innaturale ribellione, ma al suo crollo.

Sono loro, ribelli non violenti, portatori di nuovi modi di sentire, di pensieri trasparenti, che con la loro resistenza e tenacia possono porre fine allo sfruttamento della natura per la salvezza dell’umanità.

In questa piazza priva di verde, questi fiori simboleggiano la vita, che si fa strada anche attraverso la roccia, come tanti fiori che vediamo sui nostri bellissimi monti, ma solo andando in alto, praticando sentieri non comuni, dove l’uomo ancora non ha immaginato un egoistico sfruttamento, altrimenti, intorno a noi, la natura e le sue risorse sono sempre più offese, oltraggiate, violentate, uccise, vittime innocenti di meschini calcoli di interesse personale e non delle collettività, dell’umanità.

E la vita è acqua e se questa è inquinata le prime vittime sono gli innocenti, i bambini. Come in tutte le guerre di oggi, anche in quella per l’acqua, diritto umano, le vittime vere sono i bambini che non hanno chiesto di venire al mondo per morire a causa di odio, ignoranza ed egoismi.

I bambini come i fiori hanno il diritto di vivere naturalmente, di essere cresciuti con la cultura del rispetto, di essere coltivati con amore.

Quell’amore che in modo meraviglioso può donare solo la mamma, quel rispetto per la vita che solo la mamma riesce a trasmettere in modo unico, perché la vita, la dona. Oggi è la festa della mamma e le moltissime mamme qui presenti chiedono aiuto per i loro figli, ma chiedono anche con fermezza senso di lealtà, responsabilità e giustizia.

Voltare pagina, cambiare, può sembrare incredibile, finché qualcuno non ci prova.

Sindaco, invita domani i bambini a venire a prendere uno di questi fiori o portali tu a scuola nelle loro classi, affinché non appassiscano ma possano essere il tramite di un messaggio di speranza, di impegno a cambiare le cose, insieme, per tutti.

SINDACO, NON TRASCURI QUESTI FIORI, NON TRASCURI LA MITENI.
NON COMMETTA UN FLORICIDIO!

I partecipanti della MARCIA dei pFIORI

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Le parole di Bepi De Marzi scritte per la Marcia.

Vicenza, 10 maggio 2014.

Anche la neve, quest’anno, ha rinunciato di tornare.
Non ha voluto coprire, nemmeno per il tempo dell’inverno,
lo scempio, la distruzione dei campi, delle colline, dei viottoli, delle antiche strade
con l’orrore della Pedemontana. La neve si è vergognata per tanta follia che ha
sconvolto le nostre abitudini, le nostre tradizioni contadine, la nostra preziosa armonia.

Come predoni inarrestabili, intanto, per asportare ghiaia e sassi per i viadotti e le massicciate, di questa maledetta Pedemontana, hanno trasformato il letto del fiume, proprio nella sua parte più poetica, che i nostri padri chiamavano “le rotte del Guà”, la serena zona umida fino a Tezze, in allucinante deserto con la scusa di fermare l’acqua che da decenni scorre placida e rassicurante.

Come hanno tentato di sconvolgere i campi tra Montorso e Montebello, sempre con l’ipocrita scusa di fermare le piene inesistenti, scavando invece ghiaia per la Valdastico. E tra poco distruggeranno una bellissima altura di contrade, prati e vigneti, davanti a Barbarano.

Ma qui da noi, con le falde avvelenate, con i ruscelli e i piccoli torrenti ridotti a conduttori di morte, finisce la civiltà, muore la speranza, si cancella la storia per sempre.

Non votiamoli più, questi predoni!

Bepi De Marzi

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Il video di Marco Milioni montato la domenica stessa.

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La sintesi “a caldo” di Marco Milioni su TAEPILE, pubblicata la domenica stessa.

(m.m.) «Sei circondato arrenditi». Un mix di ironia e dure accuse all’amministratore delegato di Miteni Antonio Nardone sono state il let motiv del lungo corteo organzzato stamani da associazioni ambientaliste e comitati. Un corteo iniziato dal centro di Montecchio Maggiore nel Vicentino e giunto dopo alcuni kilometri a Trissino, sempre nella stessa provincia, comune in cui ha sede la Miteni, la nota industria chimica al centro del caso Pfas. Greenpeace, Legambiente, Acqua libera dai Pfas e un numero svariato tra associazioni, partiti e coordinamenti ha irrobustito le fila di un corteo che ha toccato le 2500 unità stando alle prime stime degli organizzatori. Al centro del mirino c’è stata non solo la Miteni, ma pure la magistratura vicentina cui si chiede a gran voce il sequestro dell’impianto. Ugualmente dure sono state le critiche al comune di Trissino, alla provincia di Vicenza, alla Regione ma anche ai ministeri competenti, messi a vario titolo sulla graticola per una serie lunghissima di asserite inadempienze o inerzie. La manifestazione (della quale è disponibile una breve video-sintesi) si è conclusa in modo pacifico quando gli attivisti dopo aver deposto alcune piantine di fiori a simboleggiare i pericoli da inquinamento per i più piccoli sulle scale del municipio trissinese hanno raggiunto la chiesa parrocchiale del paese davanti alla quale sono stati proferiti alcuni interventi di saluto. L’evento è stato seguito da molti giornalisti tra cui le troupe di alcuni network nazionali. Durante il corteo più e più volte sono stati chiamati in causa i lavoratori della fabbrica «i più colpiti in assoluto sia sul piano della salute che per il rischio della perdita del posto di lavoro». Per loro, in primis alla Regione Veneto, è stata chiesta una tutela particolare.

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Il video/fotomontaggio montato da Pietro Gervasio sulle parole L’aqua zè morta di Bepi De Marzi cantata dai Crodaioli, con le foto pescate in rete della Marcia.

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Il video/fotomontaggio montato da Giovanni Fazio.

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Il video montato da Rete Gas Vicentina sulle parole L’aqua zè morta di Bepi De Marzi cantata dai Crodaioli, pochi giorni prima della Marcia.

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Il servizio andato in onda sul TGR a cura di Matteo Mohorovicich.

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Un particolare ringraziamento a tutto il Gruppo Organizzatore: mamme, genitori, attivisti singoli, riunitesi intorno al Gruppo PFAS di Montecchio, Coordinamento Acqua Libera dai PFAS, Legambiente Veneto, Greenpeace Italia, Acqua Bene Comune Vicenza Libera dai PFAS, Rete Gas Vicentina, Medicina Democratica, CILLSA di Arzignano, i vari Comitati di difesa del territorio di diverse province e dell’Alto Vicentino riunitisi al Bocciodromo di Vicenza, USB Unione Sindacale di Base VENETO e molti altri che si sono aggiunti negli ultimi giorni.

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Galleria aggiunta il 23 maggio per gentile cortesia di Giovanni Fazio e amici.