VICENZA MER(c)ETRICE BELLISSIMA | Alto Seminario Unesco | Verbigerazione // azione di consegna

Il manifesto originale della Conferenza del 3 ottobre con il logo del Comune di Vicenza, poi "bucato"
Il manifesto originale della Conferenza del 3 ottobre 2008 con il logo del Comune di Vicenza, poi “bucato” dalla Giunta Variati appena eletta: solo apparenza la contrarietà alla base militare? O strumento elettorale? “Le incivili dinamiche delle economie globali sono infinite” sembra pensare il Palladio, preso in giro nei giorni del suo 500° compleanno.

Una nostra “verbigerazione” tra Questura, Istituzioni Pubbliche e Private, Giornale di Vicenza. Aderite moralmente – per invocare la nostra presenza al Seminario Comunale Unesco del 18 febbraio – diffondendo questo testo. Si può chiedere di partecipare fisicamente inviando una mail a info@fondazionehruby.org

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VICENZA MER(c)ETRICE BELLISSIMA | Alto Seminario Unesco | Il passo falso è compiuto?
verbigerazione // azione di consegna del brogliaccio Vergogna Unesco

Il 3 ottobre del 2008 il Comune di Vicenza – l’attuale Giunta Variati, da poco eletta – tolse improvvisamente l’accordato e già stampato Patrocinio comunale, nonché la sede di Palazzo Chiericati alla Conferenza Unesco in difesa del Patrimonio indetta dal Tavolo della Consultazione – Casa per la Pace, da noi organizzata. Non sappiamo ancora perché. I manifesti uscirono con un buco! La conferenza fu deviata, accartocciata ai Chiostri di Santa Corona. Certo, si evidenziava la palese contraddizione tra i principi dell’UNESCO e la nuova installazione militare Dal Molin, ancora da costruire: non si autocelebrava un merito che stava per scivolare via. Una contraddizione talmente forte da risultare scomoda ai poteri forti. Agli interessi forti. Questo si intuiva allora, si evince oggi.

L’ipotesi accreditata in caso di costruzione della base militare? Vicenza radiata dall’UNESCO. Alla Conferenza parteciparono alcune tra le voci più autorevoli in materia Unesco, di livello nazionale e internazionale, tra cui il direttore della Cattedra Unesco di Padova, Antonio Papisca, il preside PdT dello IUAV di Venezia, Domenico Patassini, il consulente UNESCO dell’Università di Pisa, Federico Lenzerini. La stampa locale – il Giornale di Vicenza, forse manovrato – mise il silenziatore ai risultati dei lavori, nonostante che il moderatore fosse il capo servizio della cultura, Cesare Galla. Argomento da evitare (v. nota in calce): potenzialmente deflagrante. Punto.

Ora, per il 18 febbraio 2013, la medesima Giunta dichiara “la città del Palladio in prima fila in tema di valorizzazione e protezione dei beni Unesco grazie ad un seminario di alto profilo”. A noi non sembra. L’evidenza di quanto scritto sopra parla da sé. Ma l’interesse per i benefici UNESCO e una sana preoccupazione per l’esposizione a nuovi rischi, montano. Abbiamo perciò chiesto di partecipare anche noi. Diremo qualcosa in forma paraverbale. Verbigeremo. Amministrando la parola. Considerando che alla nostra legittima richiesta di iscrizione al posto dell’accredito della fondazione organizzatrice ci è giunta l’intercessione della Questura. Ripetiamo: l’intercessione della Questura! Se saremo ammessi all’Alto Seminario consegneremo civilmente il brogliaccio della narrazione collettiva inviata alla Presidenza Unesco durante l’azione dell’8 dicembre scorso nel quale sono state raccolte le voci della Vergogna di Vicenza in merito alla questione UNESCO, testimonianze sincere di vicentini che raccontano la situazione di una città violata da un sistema militare-finanziario-industriale che ha venduto la propria dote, il proprio patrimonio, in cambio di denaro, “commesse in cambio di basi” (A. Mazzeo, Finmeccanica. Una Holding per la guerra. Guerre & Pace, n. 169, gennaio 2013), per interessi di un’economia distante (far outside) non solo dalla nostra comprensione, ma dalle nostre terre, che prevarica la stessa dignità di una nazione.

La connessione tra F35, industria militare, banche e scambio di favori è oramai alla cronaca dei fatti. A Vicenza, “città bellissima”, restano le vestigia di una bella donna violentata da una brutalità maschile, una città e una provincia in prima fila per la densità di prostituzione, lap dance, slot bar, sempre più privata dall’antica propensione culturale che la fece diventare Patrimonio dell’UNESCO nel 1994-96. È giunto il momento di non prenderci più in giro. D’imbonirci con qualche mostra una tantum. La Presidenza UNESCO è informata sui fatti direttamente da noi, non da organi periferici ingarantisti. Essa stessa – dopo la nostra visita a Parigi (1 febbraio 2010) – nel marzo del 2010 ha richiamato ufficialmente le periferie che hanno poi disatteso il loro compito inviando un documento (UNESCO WHC 10 34 com 7B) dove oscure e imprecisate Autorità Italiane hanno scritto che «the proposed Dal Molin military base will be situated far outside of the buffer zone of World Heritage property». Un modo poco nobile per firmare un documento e per niente corrispondente alla realtà. Far outside! Molto al di fuori. Fuori di dove? Da zone cuscinetto che nessuno ha mai visto!? E come si fa a esser al di fuori quando è la città nella sua interezza patrimonio mondiale? Una città che all’interno del suo perimetro urbano ha due lati militarizzati, nel cui baricentro perfetto si trova la Cittadella degli Studi, il futuro dei nostri figli! A qualcuno tra i presenti – relatori e pubblico – risulta che tra i principi dell’UNESCO ci siano la pace e la cultura, la scuola e l’educazione, o l’economia di guerra e la sicurezza digitale, le basi e la militarizzazione del territorio? Se fosse per la seconda opzione non entreremo nel seminario. Di alto profilo.

Per noi Vicenza – nella situazione attuale – deve essere sanzionata e uscire dall’UNESCO perché se restasse di esempio al mondo per l’urbanesimo – così è scritto nella nomina UNESCO – il mondo andrebbe a rotoli. È giusto conservare i monumenti mediante sistemi sofisticati di sicurezza, ma sarebbe illusorio pensare che affidare a dei mercanti di sicurezza elettronica – per quanto bravi e intonsi dai mercati globali – la nostra sicurezza morale, l’impatto culturale e i rischi di pubblica sicurezza che la deriva militare di una città comporta, ci metta a posto la coscienza. Quanto pensare che una città del genere possa restare di esempio al mondo. L’illusione diventerebbe ipocrisia e di questo noi all’UNESCO dobbiamo rendere conto come la Presidenza dal canto suo dovrà valutare la corrispondenza ai suoi principi. Vicenza militare, meretrice bellissima, meretricem, merces, generatrice di merce senza anima, ha scelto un’altra via. Di questo dovranno rispondere il 18 febbraio gli Industriali locali, il CISA, l’Accademia Olimpica, le Amministrazioni coinvolte, nel loro Alto Seminario, tutti accomunati dall’esser stati più o meno consapevoli di questo inutile e rischioso mercimonio che ha scambiato la bellezza prossima, tangibile, per un interesse spacciato per locale, rivelatosi globale, perso nei meandri dell’economia di guerra internazionale e delle Cooperative Rosse nazionali. Commesse in cambio di basi. Prostitute al posto della cultura. Questa è Vicenza. Mostri al posto di mostre. Un potenziale di armi di distruzione – in territorio illegalmente extraterritoriale – al posto dell’attuale creatività del Palladio. AFRICOM al posto di UNESCO. La violenza al posto del diritto. 2 km di base militare a 2 km dalla Basilica Palladiana!

C’è solo una parola per tutto ciò, che non occorre più scrivere. Né pronunciare. Ma solo ver-bi-ge-ra-re.

Altrimenti: costruite scuole, università, campus universitari americani, non basi militari!
Non prendeteci più in in giro.
Per noi, con questo seminario il passo falso è compiuto.
Riferiremo a Parigi.
Ci vediamo – forse, con il gentile aiuto della Questura – il 18 febbraio a Palazzo Bonin Longare.

Agli amici: iscrivetevi alla conferenza.

Alberto Peruffo
Promotore istanza VICENZA OUT OF UNESCO 2007-2014
[primo firmatario Mario Rigoni Stern.
Seguono centinaia e centinaia di firme in mano alla Presidenza Unesco]

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PER IL GIORNALE DI VICENZA

Chiederemo – con i dovuti modi e tempi – al Direttore del Giornale spazio sul Giornale. Siamo in debito di un grave recentissimo fatto di cui abbiamo prove certe e sul quale procederemo per diffamazione, salvo un pronto rimedio. Un suo giornalista – non c’è la firma, ancora una volta! – in occasione della nostra civilissima azione VERGOGNA. VICENZA, PATRIMONIO VERGOGNOSO DELL’UNESCO ha manipolato la lettera inviata da Cattaneo usando in modo strumentale le parole del politico per tacciare come criminali – fautori di “atti criminosi” – gli autori dell’azione, senza sporcarsi le mani con le proprie parole e con la dovuta firma. Le parole di Cattaneo avevano un senso, quelle del Giornale – estrapolate – un’intenzione. Sotto riportiamo il dettaglio. Un grave errore o qualcosa di premeditato visto la foto allegata dal Giornale all’articolo? Siamo proprio dei terroristi noi che ci confrontiamo civilmente con la Presidenza dell’Unesco, con le Questure, con giuristi di fama internazionale, con tutte le persone che vogliono parlare con argomenti e non con sotterfugi? O lo è chi crea paura attraverso la disinformazione, per tenere in pugno l’opinione pubblica? Lo chieda, Direttore, a qualcuno dei past-presidenti degli Industriali, che così ci ha chiamati, in qualche occasione, ispirando forse il Suo giornale. Sallusti docet. E noi applichiamo.

DETTAGLIO CATTANEO GDV.
Abbiamo tra le mani il comunicato originale di Roberto Cattaneo che dimostra un comportamento premeditato e intenzionale da parte del Giornale, il quale ultimo scrive testualmente, fuori contesto originale, con capoverso, il giorno 9 dicembre del 2012: «[…] Si inneggia alla pace compiendo atti criminosi. […]».

Ciò si deduce:

  • dalle parole di Cattaneo che sono state scorporate (tagliate) e che dimostrano l’insipienza e la disinformazione dello stesso (e la premeditazione di chi seleziona), dove parla di sconfinamento quando questo era simbolico (il fumo…) e l’azione era – nello specifico svolgimento – legalmente permessa dal Questore. Scrive Cattaneo, errori compresi, al GdV in una mail in nostro possesso: «…solo l’antiamericanismo che da troppo tempo imperversa nella nostra città […] Per l’7 dicembre questi movimenti “pacifisti” organizzano un sconfinamento della nuova base americana, atto illegale e del tutto arbitrario […] Si inneggia alla pace compiendo atti criminosi […]», frase poi usata scorporata, a sé stante, tra due capoversi!;
  • dalla foto scelta dal Giornale con persone in fuga tingendo di toni teppistici l’operazione (contro le bellissime foto che hanno girato tutta Italia – e non solo –  mostrando l’articolato aspetto artistico-simbolico dell’azione);
  • dalla scelta di dedicare metà articolo alle parole di Cattaneo senza citare una sola parola sul nome di chi l’ha ideata, sul perché della stessa e ancora peggio, sul vergognoso totale occultamento della parola UNESCO con cui si voleva sottolineare la grande contraddizione della città di Vicenza. Lo stesso comportamento che per anni ha fatto scrivere al Giornale di Vicenza la parola “ampliamento” al posto di “nuova” base, ingannando migliaia di vicentini per i motivi che oramai tutti conosciamo (ampliamento al posto di nuova=atto incostituzionale, fatto che anche il più cieco dei giornalisti avrebbe avuto il dovere di vedere. E di scrivere!). Vicentini che sono stanchi delle dirigenze di questo Giornale, a scapito dei bravi giornalisti che non riescono a fare seriamente il loro lavoro quotidiano.

Stanchi. E pronti ad alzare la voce.

FINE

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SUGGESTIONE SEMANTICHE

Verbigerare /// amministrazione della parola // disturbo reiterato della comunicazione orale / atto creativo e performativo usato in passato dall’artista vicentino Giorgio Fabbris.

Paraverbale /// sub limite verbum // simile al verbo / proferendo parole senza parole.

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