SUICIDIO DEL TERRITORIO | Introduzione, documenti, foto e video della serata GREENPEACE PFAS

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INTRODUZIONE | INTERROGAZIONE DI CERETTA 1995 | LETTERA DEL SINDACO DI MONTECCHIO ASSENTE | POST FB BANNATO, LACUNE E NUOVI ARTICOLI GDV | SERVIZIO TG1 | GALLERIE FOTOGRAFICHE | LINK VIDEO SERATA

Dopo qualche parola sulle ultime giornate di mobilitazione (SIT IN, Carnevale), il Convegno Internazionale di Venezia dei Medici, il tour con la troupe del TG1 presso i luoghi simbolo della contaminazione PFAS, tra cui lo sbocco del tubo ARICA sul Fratta-Gorzone e il depuratore di Trissino sulla Poscola, a pochi passi dalla MITENI, Alberto Peruffo introduce la serata prendendo spunto dagli appunti riportati sotto, intitolati SUICIDIO DEL TERRITORIO, e leggendo l’interrogazione alla Provincia di Luciano Ceretta fatta nel 1995 sulla questione MITENI, dove si apprende di una proroga per la gestione dei rifiuti tossici-nocivi – “in conto proprio” (!) – di ben 5 anni (!).

Sul palco, da una parte il Direttivo di GREENPEACE ITALIA con Giuseppe Ungherese (Responsabile Campagna Inquinamento e della Campagna DETOX in Italia), Alessandro Giannì (Direttore delle Campagne) e Gabriele Salari (Ufficio Stampa), dall’altra il Dr. Vincenzo Cordiano (rappresentante regionale ISDE «Medici per l’ambiente» e responsabile degli ambulatori di Ematologia Generale ed Oncoematologia dell’ospedale di Valdagno) e Piergiorgio Boscagin (responsabile di LEGAMBIENTE per la questione PFAS e rappresentante del Comitato Acqua Bene Comune libera dai PFAS).

Sotto, molte autorità, Sindaci di vari paesi, tra cui il Sindaco di Chiampo e Consigliere Provinciale Dr. Matteo Macilotti (responsabile con delega in tema ambiente della Provincia), quindi l’ing. Vincenzo Restaino (dirigente provinciale  ARPAV e delegato sulla questione PFAS) e la Direzione della Sanità della Regione Veneto, rappresentata dalla Dott. Francesca Russo (Direzione Prevenzione Veneto), dal Prof. Massimo Rugge (Responsabile del Registro Tumori del Veneto) e dalla Dott. Maria Chiara Corti (Responsabile del SER, Servizio Epidemiologico della Regione). Tra gli assenti, invitato da una lettera firmata a mano da 170 cittadini, il Sindaco di Montecchio, Milena Cecchetto. Teatro tutto esaurito, con gente in piedi (cartello esposto alle ore 21 per limitare l’accesso per ragioni di sicurezza).

INTRODUZIONE. SUICIDIO DEL TERRITORIO

2017-02-24-mm-pfas-greenpeace-3315Vivo a 70 metri da questo teatro.

Siamo qui oggi per parlare di un fatto molto grave che sta avvenendo nel Veneto. Non so come chiamarlo tanto è grave, ma forse l’espressione più appropriata, che prendo in prestito da uno scambio privato con l’autorevole urbanista Francesca Leder con cui sto lavorando insieme per salvare il patrimonio Unesco di Vicenza, è SUICIDIO DEL TERRITORIO. Ripeto: SUICIDIO DEL TERRITORIO. Non trovo parole migliori. I molti suicidi delle persone che vivono qui è un fatto purtroppo collegato.

Passo subito a Trissino. Alla Miteni. Partendo dalla notizia di pochi giorni fa, sul benestare del Presidente Zaia al Bacino di Laminazione di Trissino, senza avere fatto nessuna seria ricognizione idrogeologica sui sistemi di acque avvelenate che quel bacino alimenterà, acque inquinate da decenni di lavorazioni delle concerie e dai pfas. Bacino che sta distruggendo le Rotte del Guà, fiume Agno di cui la Poscola, il torrente della Miteni, è affluente. Ecco, quel bacino di laminazione è in realtà un bacino di lapidazione. LAPIDAZIONE, lo stesso SUICIDIO DEL TERRITORIO di cui si parlava prima.

Siamo qui perché oggi siamo profondamente – anche in senso geografico – malati. Fino al fondo delle nostre ossa. Alle falde. Soffriamo di una malattia che non sono solo quella moltitudine di tumori di cui abbiamo paura di parlare. Siamo qui per una malattia ben più grave che ha originato quelli e che potremmo definire forse cecità, mancanza di visione d’insieme, di lungimiranza – per i nostri figli. In parole più semplici, siamo affetti da una malattia che potremmo definire con due banali parole: sottovalutazione e sopravvalutazione. Che spiegate insieme però dicono molto.

Sottovalutazione dei rischi ambientali e sopravvalutazione delle nostre esigenze come individui. Individui che si credono tutto, il centro del mondo, spesso arroganti nel difendere il proprio orticello, il proprio orto, e non accorgersi che il veleno passa sotto i confini delle reciproche proprietà, del proprio passeggero interesse.

Sottovalutare significa aver perso le capacità critiche che ci permettono di valutare con intelligenza le risposte dell’ambiente di fronte ai nostri usi, abitudini, consumi. Consumi e abitudini invece sopravvalutati. Da cosa dipenda aver perso questa capacità, da cosa dipendano questa perdita, stupidità, sottomissione, scellerataggine, non sta a me dirlo, qui ora.

Ieri, con Giuseppe e Diego si parlava di mentalità, mentalità del Veneto, troppo incline al lavoro e al proprio orticello. No. Ci ho pensato durante la notte. Non è solo questo. Io credo che siamo stati drogati, addormentati, ACCASATI per usare un termine meno pesante, messi dentro casa e alimentati da idiozie, disinformazione, messa appositamente dai poteri oscuri, poteri oscuri che noi stessi creiamo e non sappiamo gestire.

A me sta invece ricordare certi fatti perché unica nostra arma – pacifica e non violenta, risolutrice di tutti i conflitti – è solo una, la memoria che diventa azione, le memorie elaborate e fatte diventare azione, una parola che in altri termini si potrebbe dire cultura, cultura concreta, anche se oggi abbiamo perso l’originale significato della parola cultura, che è diventata mero intrattenimento, imbonimento.

Le memorie mi fanno ricordare che negli 70 c’era un signore che se oggi merita il nome di una piazza e di una via, si chiama Luciano Ceretta, attivista ambientale e politico nel senso alto della parola, consigliere provinciale che nel 1995 presentò un’interrogazione in Provincia sulla Miteni, preoccupato della storia criminosa che questa azienda portava con sé dagli anni 70, quando si chiamava Rimar e fu ritenuta responsabile di un gravissimo inquinamento. Luciano nel 1995 interrogò la Provincia e organizzò convegni. Ma tutto fu sottovalutato e insabbiato, come i rifiuti tossici della Miteni trovati la settimana scorsa. Vien da sorridere del ritardo di Zaia, oggi, che lancia 7000 carotaggi.

Altri come Luciano Ceretta fecero ricerca e informazione. Negli anni 80 il giornalista Nevio Furegon, oggi il coraggioso Marco Milioni. Di questi bisogna serbare memoria.

Ma allo stesso tempo non bisogna dimenticare i protagonisti di questo suicidio. Come posso io dimenticare qui a Montecchio, dove oggi passa la Pedemontana, deviata dai Marzotto in Galleria sul Monte pestifero dove poggia la Miteni, altra opera di cui abbiamo sottovalutato la portata, come posso dimenticare che nei primi anni 2000 si voleva costruire una megacentrale a carboni fossili che avrebbe avvelenato di cancro l’aria dei nostri figli. A pochi passi sempre dal diaframma della Valle, dove troviamo la Miteni. UN ALTRO DEPRECABILE SUICIDIO DEL TERRITORIO CHE ABBIAMO EVITATO IN EXTREMIS CON UN SOLLEVAMENTO POPOLARE. RINGRAZIO GLI AMICI DEL COMITATO DI ALLORA. Col senno di oggi, una grande e forse unica vittoria di questi luoghi.

Ecco, ora potrei essere duro e radicale come molte volte gli stessi miei amici mi accusano di essere, ma oggi voglio essere gentile. Duro e gentile. Il signore che allora voleva quella centrale siede oggi come presidente della Pro Loco di Montecchio Maggiore – l’associazione per antonomasia del territorio! – e credo stia lavorando ora per il bene dei suoi nipotini, ai quali auguro il bene più grande del mondo. Quella centrale avrebbe portato – ripeto – il cancro ai nostri figli. Una centrale enorme con una ciminiera alta 80 metri. Questa sera quel signore, ex-sindaco di Montecchio, siede tra noi e spero abbia metabolizzato quell’errore, tanto da mettersi saldamente al nostro fianco per vincere questa nuova battaglia.

Non vale la pena citare ora, qui, il suo nome, perché l’unico nome che vorrei ricordare oggi e a cui dedico la serata che sta per iniziare è quello di Luciano Ceretta.

Grazie Luciano.

ESTRATTO DELLA RISPOSTA DELLA PROVINCIA ALL’INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE PROVINCIALE DI RIF. COM. LUCIANO CERETTA 1995 (cortesia di Luciano Panato)

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LA LETTERA DEL SINDACO (invitato da 170 cittadini mediante lettera firmata di persona, a San Pietro: il Sindaco – e tutta la Giunta, compreso l’Assessore all’Ambiente – sarà assente e farà consegnare una lettera poche ore prima. Il Gruppo organizzatore – offeso dall’assenza e dal fatto di dover dedicare del tempo a una lettera di ben 4 pagine – non vorrebbe che fosse letta. Tuttavia, considerando il teatro pieno e la chiamata in causa del Sindaco durante il dibattito – tra cui l’errata affermazione del Sindaco di Chiampo, responsabile PFAS della Provincia, sui filtri di Montecchio – AP legge alcuni dei passi sottolineati. Ogni lettore potrà prendere atto, oltre della sintassi e del lessico stentati, giustapposti, dell’arroganza in forma di profezia (il Comitato ha sbagliato paese e si fa una previsione di scarsa affluenza e disinteresse da parte dei cittadini di Montecchio, non preoccupati, a fronte delle 170 firme citate!), della spregiudicata sottovalutazione (non c’è alcun inquinamento da PFAS a Montecchio degno di meritare un minimo di attenzione), della non corrispondenza ai fatti (nessuna assemblea pubblica è mai stata fatta dall’Amministrazione a Montecchio, soprattutto dalla Giunta, bensì solo assemblee di parti politiche o assemblee della Commissione Ambiente Territorio, che sono sì assemblee aperte al pubblico, in spazio spesso ridotto, ma non aperte alla parola del pubblico).

«Il Sindaco di Montecchio dovrebbe vergognarsi di un’assenza del genere o, molto più semplicemente, i cittadini di Montecchio (tra cui le molte, troppe, donne affette da gravi patologie della tiroide) dovrebbero vergognarsi di avere un Sindaco del genere, Assessore alla Sanità». AP alla stampa nei giorni successivi.

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L’ARTICOLO DEL GIORNALE DI VICENZA (due misere colonne, con lacune e altre mancanze spiegate nei due post di FB, più sotto)

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IL POST SU FACEBOOK, DIFFIDATO E BANNATO (che denuncia le assenze della serata, la lettera ridicola del Sindaco di Montecchio e le lacune del GdV)

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IL POST A TITOLO PERSONALE (dove si dice cosa mancava nell’articolo scritto dopo la serata, con sotto in allegato gli articoli del GdV usciti successivi al primo post: il primo articolo titola ora- firmato da un autorevole giornalista “montecchiano” – a piena pagina DISASTRO AMBIENTALE)

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IL SERVIZIO DEL TG1 (andato in onda lunedì sera 27 febbraio, edizione di prima serata, ore 20:25)

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GALLERIE FOTOGRAFICHE DELLA SERATA

PRIMA (prima e durante la serata)

SECONDA (backstage e serata – foto di Pietro Gervasio)

VIDEO DELLA SERATA

[qui il canale del Punto Pfas Cittadini attivi con tutte altre 7 parti del video]